Da piccolo mi dicevano che sarei diventato prete. Era perché, seppur precocemente, avevo mostrato un acceso entusiasmo del ruolo di subordinazione che la religione cristiana aveva affidato alla donna? Mi divertivo a insultare la maestra di catechismo dicendole «AH AH non potrai mai diventare un vescovo mentre io sì, marameo»?
No no, era perché ero un bambino modello, educato e composto (inoltre come già sapete, persino scrivevo poesie dedicate a Gesù). Questa mio trasporto per la religione è cominciato a vacillare quando è cominciato a maturare in me un rifiuto per qualsiasi cosa abbia la parvenza di dogma e anche perché, diciamocelo, svegliarmi presto la domenica mattina per andare a cantare
Osanna eh, Osanna eh
Osanna a Cristo Signor
(OSANNA EH!)
è divertente le prime duecento volte ma poi invece di aumentare la fede, cominciava ad aumentare soltanto la mia voglia di “iscrivermi ai terroristi”.
Infatti, crescendo, i miei interessi hanno cominciato a spostarsi su entità più concrete e la cui esistenza sia verificabile, ad esempio le donne. Cioè lo so, andiamo a chiedere alla Rowling cosa pensa che renda verificabile che un essere umano sia una donna… però siamo tutti d’accordo che almeno qualche donna nel mondo esista.
Uno dei primi insegnamenti che ricordo su queste fantomatiche donne proviene da quello che era il mio barbiere in Puglia. Mi ripeteva spesso un modo di dire, un proverbio, di cui andava molto fiero ed era: “le femn so d du razz, puttan e puttanazz”. Quando mi enunciava cotanta saggezza, il mio primo pensiero è sempre stato: ma la tua moglie e la tua figliola, in quale di queste due categorie ricadono? No no, giusto per una genuina curiosità. Purtroppo non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo, aveva comunque quasi sempre in mano un oggetto affilato. Spero che almeno a casa sua non fosse lo stesso.
Bologna per fortuna ha una dimensione un pelino più progressista rispetto a quella di un paesino sperduto del Sud Italia, ma quello che mi viene da dire è che in molti casi questo sessismo si manifesta semplicemente in forme più subdole e meno machecazzostaidicendo di quella che vi ho raccontato.
Un primo tipo di questa forma subdola che mi capita di riscontrare avviene direttamente da donne nei confronti di altre donne, anche se parliamo di gente che ha a cuore la “lotta di genere”. Un esempio banale è stata la risposta di una mia amica quando le ho detto di quel fantastico proverbio che ho imparato dal mio barbiere:
Comunque pure io dico la stessa cosa al mio ragazzo, non proprio cosi ma vabbè 😂
Lo so, non sono tutte così, anzi. Idea: perché non lanciamo l’hashtag #NotAllWomen?
Immagino di non star facendo cascare nessuno dal pero. Quanto velocemente siamo pronti a giudicare qualcuno/a e ad additarlo/a come il nemico anche quando solamente la pensa in maniera leggermente diversa da noi o ancora peggio, quando non si è d’accordo su come raggiungere lo stesso obiettivo, al di là del genere/partito/ideologia di provenienza e di destinazione della critica?
Ad esempio, nella battaglia per i diritti civili, invece di essere uniti contro i conservatori e reazionari, quello che vedo più che altro è l'implosione dei mondi progressisti nella gara a chi è più buono e puro.
Avere i pregiudizi credo sia un istinto naturale, ma ciò non ci deve giustificare dal non cercare di fare un passo in più nell’applicare un pensiero più razionale. Permettetemi quindi di lanciare un messaggio come se stessi facendo una omelia (forse avevano ragione che avevo il potenziale per diventare prete): prima di qualsiasi altra battaglia, la prima cosa su cui dovremmo combattere è quella sul cercare di avere nella propria vita meno dogmi e meno bias possibili. Non affidiamo il nostro sapere a dei dogmi che vengono dall’alto (che siano dalla chiesa o da un partito o da un influencer su Instagram) e stiamo attenti a riconoscere i nostri stessi bias, i nostri pregiudizi nati dalle esperienze limitate che abbiamo vissuto nella nostra vita e stiamo attenti a credere alle cose che riteniamo plausibili, perché è proprio su queste cose plausibili che è più facile cadere in fallo.
A proposito di falli, vi lascio con un messaggio che ho riportato al mio barbiere quando sono tornato da lui dopo la mia esperienza bolognese, un messaggio un po’ più sofisticato (ma non di molto) di quello che invece aveva lasciato lui a me:
Caro barbiere, invece di cadere in facili luoghi comuni/battute maschiliste, potevi avvisarmi di un’altra cosa, che si, le femmn sono di due razze, ma non le due che mi dicevi tu. Le femmn sono di due razze, quelle con le vagine (certe volte sfregiate) e quelle con le mazze.
Amen, andate in pace.
L' esperienza bolognese rovina la gente..partono con nomi normali e tornano con l' asterisco alla fine del nome.
Attendo la successiva